L’Assemblea nazionale dell’Enpam, l’Ente di previdenza e assistenza dei medici e degli odontoiatri, ha approvato all’unanimità il bilancio preconsuntivo del 2024. Sulla base dei dati rilevati si prevede di chiudere l’anno in corso con un avanzo di circa 484 milioni di euro. Un risultato che ribalta le previsioni, che erano negative per 84 milioni di euro.
Il miglioramento, di 568 milioni rispetto al bilancio di previsione, si deve soprattutto all’ottimo andamento della gestione patrimoniale che ha apportato quasi 826 milioni di euro.
Note positive arrivano anche dal saldo previdenziale. Infatti, anche se – come ampiamente previsto – la spesa per pensioni nel 2024 supera i proventi per contributi, le entrate previdenziali nel preconsuntivo si attestano a 3,7 miliardi (circa 270 milioni in più rispetto alle previsioni), mentre le prestazioni fanno registrare uscite per 3,9 miliardi (circa 100 milioni in meno del previsto).
“Questi numeri rendono merito al lavoro fatto per mantenere in sicurezza le pensioni di medici e odontoiatri – afferma il presidente dell’Enpam Alberto Oliveti -. Anche ora che, come previsto, si stanno pensionando molti medici che molto hanno versato, riusciamo, grazie agli investimenti, a mettere ulteriore fieno in cascina per i prossimi anni che saranno ancora più sfidanti”.
BILANCIO DI PREVISIONE 2025
L’Assemblea ha dato il proprio via libera, sempre all’unanimità, anche al bilancio di previsione per il 2025. Le stime, realizzate sempre secondo il principio della massima prudenza, evidenziano per l’anno prossimo un disavanzo di circa 252 milioni di euro.
La previsione è stata formulata tenendo conto della persistente, e prevista, gobba previdenziale, che determinerà un ulteriore rilevante incremento degli oneri pensionistici, con un disavanzo di gestione di circa 839 milioni di euro.
Un dato questo che, come nell’anno in corso, anche nel 2025 verrà fortemente controbilanciato dal positivo andamento della gestione patrimoniale, il cui avanzo al momento viene quantificato in circa 711 milioni di euro. Un dato questo che, come noto, non comprende le eventuali riprese di valore e le svalutazioni che saranno operate solo a chiusura d’esercizio e che a oggi non sono prevedibili.
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